[di Ernesto Miramondi]
LUOGO DI CULTURA E DI AGGREGAZIONE
Esiste una bella realtà tutta made in Cologno, si trova giusto a ridosso della cinquecentesca Pieve dedicata a San Giuliano.
La si raggiunge costeggiando la chiesa sul lato sinistro, attraversando quella che un tempo era la corte di un’antichissima cascina padronale, già descritta nel catalogo dei Beni Culturali per il suo valore Architettonico e paesaggistico, e conosciuta come Villa Cacherano.
Qui, passando sotto un arco di pietra, ci si trova in un tranquillo Universo appartato. Luogo che già di per sé accheta l’anima e regala serenità.
Mi sono trovato spesso a camminare lungo i suoi muri perimetrali e a sbirciare attraverso le vetrate da cui si vedono diversi tavoli con ragazzi seduti intenti a studiare o a conversare tra loro.
Stupenda sensazione così come lo è entrare nell’attiguo punto ristoro, il “Quanto basta”, e ritrovarmi con persone di ogni età sedute ai tavoli a sorseggiare una bibita o mangiare un panino o davanti ad un vassoio ricolmo di gnocco fritto o piatti stagionali ben curati in un clima di aperta serenità.
Tutto questo, per noi “I Cünta Sú”, ha il sapore delle cose che sanno di buono e, personalmente, il luogo mi riporta alla mente ricordi sopiti, Come la biblioteca di Facoltà, i giardini adiacenti al Campus e tanti ragazzi e ragazze curvi sui libri a studiare, a tracciare il loro futuro mescolando i sogni con il lavoro in quell’esaltante crogiolo di cose che è la gioventù. Bei ricordi!
Ma qui siamo a Cologno e il luogo è molto, molto di più.E’ un luogo di aggregazione venuto alla luce tre anni fa attraverso un progetto innovativo creato dalla visione illuminata di due ONLUS “I Sassi di Betania” e “Mondo Bambino”.
Nome del progetto è: La Pieve Educazione – Arte – Cultura.
Ed è quanto hanno davvero da sempre perseguito. Nel loro sito [qui] si legge testualmente quanto segue:
“La Pieve Educazione – Arte – Cultura, è un progetto di un polo di innovazione sociale, culturale e formativo. Lo spazio vuole essere un luogo di occasioni d’incontro e socializzazione ma anche di mescolamento e interazione tra linguaggi e discipline artistiche e culturali differenti, con l’attenzione all’inserimento di persone in situazioni anche svantaggiate. Il progetto nasce per coniugare cultura, cibo, arte e socialità e riportare vitalità e vivacità in un contesto di una cittadina dell’hinterland milanese che attualmente si presenta come realtà multiculturale. L’intento è quello di costruire un nuovo modello di sviluppo territoriale in cui partendo da un forte legame con la dimensione locale, si sviluppino scambi culturali e processi di inclusione sociale. L’arte, la cultura, l’attenzione alle persone e il buon cibo sono degli strumenti nobili per dare alla Città di Cologno una nuova identità e una dimensione di futuro.”
E se poi dovessero sorgere dubbi sul valore sociale del luogo, ancora leggiamo:
Un luogo nel quale tutti possono sentirsi benvenuti. Uno spazio aperto, attento all’ascolto del territorio e alle esigenze della comunità. Un luogo per l’incontro.
Un luogo di produzione di idee, arte e cultura dove sperimentare processi di apprendimento basati sull’imparare facendo.
Un bene comune al quale tutti hanno il diritto di accedere.
Un luogo che accoglie la diversità delle idee e si arricchisce attraverso differenti contributi critici.
Un luogo che cresce e fa crescere grazie alla pluralità generando conoscenza.
Un ?????? dove bambini, giovani e adulti trovino spazi e risorse specifiche a loro dedicate. Al tempo stesso uno spazio nel quale le generazioni si mescolano, scambiandosi opinioni e punti di vista, per una crescita culturale comune.
Uno spazio positivo di aggregazione, formazione e promozione socio-culturale a favore della città con l’attenzione all’inserimento lavorativo di soggetti fragili e/o in situazione di svantaggio, soprattutto giovani.
Uno spazio a disposizione delle associazioni che operano nel sociale per sviluppare e potenziare progetti per il territorio.
Niente da dire, La Pieve Educazione-Arte–Cultura è una solida realtà del territorio che concretizza ideali che sono propri anche di Enfleurance e lo fa con un cuore e un entusiasmo davvero grandi.
E questo sia da parte dei fondatori che da parte dei gruppi e delle associazioni che intervengono con corsi e iniziative di varia natura creando cultura e innovazione sociale in un linguaggio che nasce e si rafforza nella ricchezza della pluralità e del rispetto tra gli esseri viventi.
All’interno di questo contesto, come parte integrante non va dimenticato il “Quanto Basta”, anch’esso innovativo per le scelte operate. Se ci si pensa già nel nome. Chiaro esempio di moderatezza ma anche di buona qualità nelle materie prime; Operando scelte di acquisto eque e in pieno rispetto per l’ambiente e, ovvio, per i palati.
Ciò nonostante, così per come appare, mi riporta alla mente l’immagine delle osterie di paese, luoghi di aggregazione per eccellenza dove l’età non era il punto di forza e l’anziano non si sentiva isolato ma parte di una comunità.
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