[di MKS – tecnica mista, tempera, acrilici, chine, sabbie, collage, pagine strappate, materiali di recupero]
ANDARE OLTRE LO SPAZIO ED IL TEMPO DELIMITATO DA ASCISSE ED ORDINATE
Andare oltre lo spazio ed il tempo delimitato da ascisse ed ordinate.Dal formato convenzionale della carta, dalle misure delle buste.
Andare oltre le cornici rassicuranti della vita, cornici spesso preziose, elaborate, studiate a tavolino, di legno, lacca, gesso, d’oro.
Ci siamo abituati da secoli a misure imposte, lunette, cupole, pale.
Alle cornici suadenti delle parole, ai passe-partout candidi, alle rilegature dei pensieri come bibbie dell’esistere.
Manuali di sopravvivenza del proprio giardino incoerente, delle nostre finestre rettangolari sulle città e sul mondo, degli schermi video, dei mirini delle macchine fotografiche, degli screen dei telefonini, dei finestrini dei treni e delle auto.
Lo spazio senza riferimenti ortogonali disorienta, sgomenta. Le cornici calmano, confortano e confermano le modalità delimitanti del guardare, senza vederlo, il mondo.Abbiamo fotografie di tutto. Musei, chiese, arte, cataloghi, spettacoli, film, paesaggi rigorosamente bidimensionali e ripetitivi.
Siamo assuefatti alle misure, ai contorni, ai perimetri. Codici collaudati racchiusi tra il largo e l’alto.
Ecco perché digeriamo con facilità muri, recinzioni, confini… e quando questi raggiungono i quattro lati, trasformandosi in stadi e arene, in campi e ghetti, non ci si scandalizza più.
La mancanza di misure, il non finito, il continuum ci allarma, ci pone domande alle quali non vogliamo rispondere, perché metterebbe in gioco la nostra geometrica distensione, basata su un ordine tramandato.Ecco perché il graffitismo, anche se stanno tentando di recintarlo con commesse istituzionali, espandendosi oltre le superfici dove interviene con gocce e schizzi, spesso è giudicato vandalismo.
I miei minuti schizzi, progetti in bozzolo di opere pensate più grandi, cercano di trascendere le cornici fisiche e di pensiero.
Sono primitivi graffi su volte di catacombe contemporanee, con cunicoli e camini, acque gocciolanti e pesci primordiali persi in labirinti di segni.
Scritte di altrove, pensieri strappati irregolarmente.Oltrepassare l’orlo, dimenticare il bordo, lasciarsi cadere nel vuoto, nel buio, nel non misurato, nei dettagli del “nulla”.
Credo sia l’unico sentiero da tracciare e percorrere per riuscire ad Essere, riconoscersi e riconquistare frammenti di una bellezza non codificata.
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