LA PICCININA
[Recensione di Adriana Giannini]Ricordate? Quando su queste pagine commentai con entusiasmo l’inaugurazione nel settembre 2021 del monumento a Cristina Trivulzio di Belgioioso, prima donna ad avere questo riconoscimento dalla città di Milano, feci anche quella che definii una “modesta proposta”.
Dedicare un piccolo monumento nel quadrilatero della moda alla figura della “piscinina”, una delle tantissime bambine che per un modesto compenso, nei primi anni del ‘900 trottavano per la città trasportando le pesanti ceste che contenevano le creazioni delle loro datrici di lavoro.
Ne avevo sentito parlare, conoscevo il bel ritratto della “piscinina” realizzato da Emilio Longoni e soprattutto mi ero entusiasmata nel venire a sapere che proprio queste bambine erano state capaci di organizzare nel 1902 un vero e proprio sciopero attraverso il quale chiedevano di migliorare almeno un po’ le loro condizioni di lavoro.
La mia proposta non cadde completamente nel vuoto, piacque, ma come era prevedibile non trovò sponsor.
Possibile che lo straordinario e rappresentativo personaggio della piscinina non interessasse a nessuno?
Ora, a due anni di distanza, ho avuto il piacere di trovare in libreria, fresco di stampa, il libro di Silvia Montemurro dedicato proprio alla sconosciuta bambina che, senza saperlo, fece da modella per il quadro di Longoni e agli eventi che nel giugno del 1902 videro venire alla ribalta la più umile e ignorata categoria delle lavoratrici milanesi, quella delle “piscinine”.
Devo fare una premessa: il libro non è un saggio, ma un romanzo e quindi come tale l’autrice, partendo da eventi storicamente documentati, ha abilmente lavorato di fantasia scegliendo come voce narrante della storia non il personaggio più ovvio, quella Giovannina che coraggiosamente diede il via allo sciopero, lo organizzò e lo fece riuscire, ma una figura diversa non vera, ma molto verosimile.
Si tratta di Nora, un’adolescente insicura e poco amata dalla famiglia, ma desiderosa di affetto e di riconoscimenti, che l’autrice immagina abbia, senza saperlo, fatto anni prima da modella per il quadro di Longoni riprodotto in copertina.
Nonostante la sua timidezza dovuta anche alla balbuzie, Nora riesce ad assumere un ruolo rilevante nello sciopero delle piscinine e a rendersi finalmente conto di avere dei diritti.
Le sue vicissitudini descritte con efficacia e sensibilità sono quelle delle bambine e ragazze che a inizio secolo erano costrette a sopravvivere in un ambiente povero e competitivo, dove era persino difficile contare sull’amicizia e sulla solidarietà, e dove la voglia di emanciparsi veniva ostacolata innanzitutto dalla famiglia.
Qua e là si fanno apprezzare alcuni personaggi come l’anticonvenzionale pittore Longoni e la leader delle tessitrici milanesi Carolina Annoni che prende sotto la sua ala le piccole scioperanti e le appoggia presso la Camera del Lavoro, ma sono molte le figure odiose come le “maestre”, che sfruttano le loro giovanissime apprendiste (un termine ingannevole che nasconde un rapporto di servitù sottopagata) e chiudono gli occhi sugli abusi che i loro mariti commettono su di loro.
Un romanzo dunque interessante che ha il pregio di far conoscere un episodio della storia italiana ancora poco noto al grande pubblico e di mettere in evidenza il ruolo non certo irrilevante delle ragazzine che con il loro esempio hanno contribuito a fare di Milano non solo la città della moda e dell’eleganza, ma anche la città dove i movimenti per l’emancipazione femminile si sono fatti sentire con più forza ed efficacia.
La piccinina di Silvia Montemurro Edizioni e/o, settembre 2023, pp. 190, euro 16,50 euro.
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