[di Adriana Giannini]
I MIGLIORI AMICI DI CHI VIVE IN CITTA’
Non c’è iniziativa che riguardi gli alberi che non mi trovi più che disponibile.Ed è così che dal 25 marzo mi trovo a essere l’affidataria temporanea di un giovane carpino bianco alto 46 centimetri. Lo dovrò custodire fino alla fine di ottobre poi lo restituirò dove me lo hanno consegnato alla Cascina Biblioteca di Lambrate e, se sarà trovato in buona salute, in occasione della giornata mondiale degli alberi, verrà messo a dimora in uno dei boschi urbani del Comune di Milano in cui almeno per 5 anni avrà manutenzione garantita.
Contribuirò così, insieme ad altri 2499 cittadini affidatari, all’iniziativa “Custodiscimi” messa in atto per il secondo anno da Forestami, ERSAF e Legambiente Lombardia per coinvolgere sempre più direttamente, in prima persona, i cittadini di Milano e della Città Metropolitana nella piantagione e gestione dei loro preziosi alberi.Naturalmente se anche tutte gli alberelli dati in custodia venissero piantati, il loro contributo alla salute dell’ambiente sarebbe trascurabile rispetto al traguardo di tre milioni di alberi nella città metropolitana di Milano auspicato per il 2030 da Stefano Boeri, presidente del comitato scientifico del megaprogetto Forestami che coinvolge enti pubblici e privati, dal Comune al Politecnico e alla fondazione Falck, dall’ERSAV al gruppo Prada, da FS sistemi urbani all’Università statale e a tanti enti gestori di Parchi. Di tre milioni infatti è stato calcolato dovrebbe essere il patrimonio arboreo cittadino per pulire l’aria dalla CO2, contrastare il cambiamento climatico e migliorare la qualità della vita dei cittadini. Un traguardo non facile soprattutto perché il comprensorio urbano può contare per ora su “soli” 520.000 alberi tra l’altro non tutti adatti a resistere alla siccità che in una città come Milano, sorta in mezzo ai fiumi e su falde abbondanti, non esisteva e invece a causa del cambiamento climatico sta diventando un problema sempre più attuale e drammatico.
Se ne è parlato al primo Forum Siccità 2023 organizzato da Forestami lo scorso 20 marzo alla Triennale per capire come Milano e Regione Lombardia si stanno organizzando per affrontare il problema nei prossimi mesi giovandosi anche delle esperienze di città come Torino, Atene e Melbourne, tutte messe alla prova dalla crescente aridità.Ma vediamo quello che è successo al patrimonio verde della città metropolitana di Milano nel 2022.
Come i cittadini più attenti hanno constatato personalmente le piante che non hanno resistito alla mancanza d’acqua sono state parecchie: circa 15.500 tra piante giovani e adulte. In particolare non è riuscito ad attecchire un quarto delle 35.600 nuove piante messe a dimora nella stagione agronomica 2021- 2022.
Come ha spiegato l’assessora all’Ambiente e Verde del Comune di Milano queste perdite hanno fatto capire che era necessario modificare alcune strategie.
Per la stagione agronomica in corso che prevede la messa a dimora di 18.000 nuove piante sono state scelte innanzitutto piante più giovani e adatte a climi più caldi e secchi (come il carpino che ho in custodia) e poi, per posizionarle, si è data la preferenza ai luoghi più facilmente accessibili dalle autobotti.Le innaffiature sono poi state anticipate e aumentate di frequenza e si tanno sperimentando idroritentori che dovrebbero garantire maggiori riserve d’acqua per le piante più giovani.
Certo l’ideale sarebbe almeno raddoppiare gli impianti irrigui funzionanti – ora sono solo circa 500 – e non utilizzare più per alimentarli la preziosa acqua potabile dell’acquedotto.
Anche la depavimentazione di suoli ora asfaltati, piazzali, cortili, marciapiedi e la loro sostituzione con il permeabile calcestre sarà una strategia da applicare ampiamente: solo così sarà possibile reimmettere nelle falde la già scarsa acqua piovana. Per vedere un esempio in atto andate in piazza Castello dove si sta decorticando molto asfalto per ampliare lo spazio dedicato al verde.
La collaborazione dei cittadini sarà comunque più che mai utile; in varie città europee le comunità si sono organizzate per partecipare attivamente alla gestione del patrimonio verde comune.
Nella nostra città la Fondazione Alia Falk e il Politecnico stanno sviluppando una piattaforma digitale per le bagnature volontarie nei periodi più critici dell’anno.
Sarà attiva solo nel 2024 ma, da comune cittadina, vorrei intanto avanzare una semplice proposta in vista dell’estate siccitosa che ci aspetta.Molti bar, ristoranti e negozi hanno preso l’abitudine di collocare sui marciapiedi vasi e cassette che nel loro piccolo contribuiscono a migliorare l’ambiente. Purtroppo quando i locali chiudono per ferie queste povere piante restano abbandonate e il più delle volte in mancanza di acqua piovana seccano e muoiono. Cerchiamo di preoccuparcene tutti e, quando andiamo in ferie, affidiamole a qualcuno di fiducia.
Sarà bello ritrovarle vive e vegete.
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