[Testo e foto di Ernesto Miramondi]

TURISMO RESPONSABILE EQUO e SOLIDALE

Domanda: Esiste un modo per viaggiare, esser cittadini del mondo, scoprirlo  ma facendolo in modo consapevole e sostenibile? e se sì come dovrebbe essere?

Credo che in ognuno di noi esiste un’immagine stereotipata di cosa vuol dire essere un visitatore, meglio ancora un turista.

E, di fatto, molto spesso l’immagine che abbiamo è indotta dalla pubblicità. Luoghi incantevoli, spiagge di quarzo bianche, rosa e blu. Palme sinuose e villaggi turistici dove sorseggiare drink sotto un sole che abbronza ma non ustiona. Luoghi esotici e ammiccanti. Alberghi, locande di montagna, Ostelli.

Macchina fotografica in spalla e via per piazze e monumenti a fotografare. A portarci a casa pezzi di ricordo, testimonianze racchiuse magari in un selfie. Flusso di racconti e avventure, emozioni da coltivare e mantenere nella memoria.

Magnifico! La fantasia viaggia ancor più veloce del più veloce degli aerei e la voglia è grande!

Ma, chiedo ancora, è possibile un approccio ai viaggi più profondo, che alle belle cose sopra descritte sappia anche aggiungere una conoscenza del territorio a misura d’uomo? Ovvero, essere visitatori che praticano una forma di turismo sostenibile e in sintonia con i luoghi visitati. Camminare lenti, in un’immersione totale dei luoghi visitati, viverne i suoni, gli odori, gli umori, anche attraverso il contatto con le persone del luogo, essere loro ospiti, conversare con loro là dov’è possibile. Capirne la tradizione, la storia e la cultura.

In un mondo che è in grande mutamento, dove la globalizzazione la fa da padrone a dispetto dei popoli e delle esigenze climatiche, non è affatto un male capire i popoli, le civiltà con cui entriamo in contatto. Giungere a casa loro educandoci al rispetto. Capirne i bisogni e le aspirazioni, i solchi sociali e storici che hanno fatto di un luogo quello che è, così com’è, nelle arti così come negli stili di vita. Le ragioni profonde  che spesso spingono milioni di persone a esodi non voluti, dettati solo da necessità. Far crescere in noi la sensibilità verso le loro esigenze. Avere un occhio attento anche su dove finiscono i proventi dell’industria del turismo, cercando di favorire quelle situazioni e progetti che portano crescita economica e sociale valorizzando le identità e le tradizioni locali. Rifiutando quel turismo di massa poco rispettoso e insensibile a fronte di uno sostenibile. 

Tutto questo è già una realtà. Personalmente l’ho conosciuta attraverso un’agenzia di viaggio che pratica il turismo responsabile: La VEM, ovvero Viaggi e Miraggi.

Ho avuto modo di approfondire la loro conoscenza in occasione di un viaggio in Vietnam e, quanto io ho sempre fatto nel mio piccolo viaggiando, l’ho ritrovato in misura maggiore. Per professionalità, competenza e modo di approcciare i viaggi.

Per dirla come essi stessi si sono descritti nel loro sito alla voce “chi siamo”:

Siamo una cooperativa sociale-tour operator, una rete di soggetti e associazioni in Italia e nel mondo. La nostra storia è iniziata alla fine degli anni ’90, quando un manipolo di persone ha iniziato ad interrogarsi sul senso del turismo di massa. Viaggiando e conoscendo progetti legati al commercio equo solidale è nata l’idea di far nascere un’impresa sociale che si occupasse di stravolgere i paradigmi del turismo e lavorare a contatto diretto con la società civile dei luoghi visitati, con persone ed associazioni direttamente coinvolte in progetti di sviluppo. Un sogno visionario allora, realtà consolidata oggi. Lavoriamo in 4 continenti collaborando con più di 100 comunità locali in 50 Paesi del nord e del sud del mondo, sostenendo più di 200 progetti sociali e per indotto migliaia di persone. Abbiamo dato vita ad una rete italiana di turismo responsabile con referenti, sostenitori e progetti in 18 regioni italiane: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto.

Siamo una rete di più di 100 soci tra soggetti fisici e giuridici, di fatto un consorzio che aggrega clienti, referenti, lavoratori, progetti, volontari.

Crediamo in un modo gentile di viaggiare, profondo e responsabile, attento alla cultura locale e alla sostenibilità, passo dopo passo.

………… insieme a noi moltissimi amici e volontari che sostengono il nostro lavoro, senza di loro il nostro operato avrebbe meno senso ed efficacia”.

Quindi, e questo l’ho potuto constatare personalmente, si tratta di una realtà ben consolidata, non un manipolo di sognatori o dilettanti allo sbaraglio, e questa realtà oltre a dare un servizio di prim’ordine a prezzi competitivi, sa dare un senso più profondo al concetto di turismo equo e solidale ponendo il flusso di visitatori in un alveo di maggiore armonia, favorendo nel contempo un miglioramento delle, molto spesso, precarie condizioni economiche.

A_completamento volevo citare la Carta d’Identità per i Viaggi Sostenibili che è di fatto un insieme di regole e comportamenti a cui si attiene e che caratterizza la AITR, l’Associazione Italiana per il Turismo responsabile, che non limita le sue azioni solo nella gestione di un atteggiamento virtuoso ma si rende attiva anche nel combattere tutte le forme di turismo nefasto come per esempio il turismo sessuale aderendo e diffondendo iniziative come quella dell’ECPAT, contro lo sfruttamento dei minori quale nuova forma di schiavitù.

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